Nelle scorse settimane abbiamo discusso di quali siano i principali sistemi di tendaggi che meglio si adattano all’impiego in ufficio (QUI). Oggi approfondiamo le caratteristiche dei materiali dandoti alcuni consigli su come scegliere il tessuto adatto.
Un tessuto per tenda da ufficio deve essere attentamente selezionato sulla base di più parametri. Il primo è quello della coprenza: un tessuto molto coprente in una stanza con poca illuminazione naturale ci limiterà notevolmente la luce anche nelle giornate più soleggiate. Calibrare il potere schermante della tenda è fondamentale per ottenere un risultato ottimale che ti aiuti a godere quanto più possibile dell’illuminazione naturale senza soffrire del caldo che ne deriva.
Eccoci quindi al secondo fattore importante da considerare nella scelta del tessuto giusto che valorizzi il tuo ufficio: il potere di schermare i raggi UV. Se hai mai dovuto acquistare una tenda da sole per la tua casa lo sai benissimo. Il fattore di filtro UV fa una bella differenza quando si cerca di tenere fresco un ambiente. Nelle tende da ufficio il concetto può essere riportato in modo simile. Una postazione di lavoro vicino ad una finestra da cui entra sole diretto se non viene schermata con un tendaggio correttamente studiato sarà inutilizzabile nei mesi estivi. Il povero malcapitato crederà di essere finito in sauna.
Negli uffici di grandi dimensioni o in uffici di enti pubblici e soggetti a stringenti piani di gestione dell’antincendio è fondamentale anche prevedere tessuti con test di reazione al fuoco certificati. Un tessuto in classe di reazione al fuoco CL1 significa che avrà una combustione ritardata in caso di incendio. Tale classe dovrà essere certificata tramite test ministeriali precisi e scrupolosi.
Ora che hai trovato il tuo tipo di tenda da ufficio ideale e hai seguito i nostri consigli su come scegliere il tessuto adatto, non ti rimane altro che impazzire per definire il colore. La mazzetta campioni immaginiamo contenga almeno ventidue varianti di bianco e una costellazione di fantasie a decoro. Lo sappiamo: vediamo la tua fronte imperlarsi di sudore al pensiero che questa fase della scelta ti farà impazzire. Solitamente accorriamo in aiuto dei nostri clienti guidandoli verso un ragionamento illuminato che li indirizzi alla scelta migliore.
Come valutare quindi se una tenda da ufficio sia meglio di un certo colore specifico o di una fantasia marina piuttosto che scura? C’è un solo parametro fondamentale che consigliamo a tutti di tenere bene in mente quando si sceglie un tendaggio per ufficio. Si tratta dell’effetto finale che vogliamo ottenere. Se ti piacciono gli uffici di design, ipermoderni e trendy stile Chiara Ferragni direi che una fantasia iperdecorata con fenicotteri e pappagalli potrebbe farti avere l’ufficio dei tuoi sogni.
Se preferisci invece uffici formali, eleganti e senza tempo allora ti consigliamo di optare per nuances chiarissime e luminose, che non ti stanchino a lungo andare. L’overdecorated è un trend molto cavalcato oggi, ma progettare un ufficio significa dare valore ai locali per almeno una decade, rendendoli sempre attuali e piacevoli da abitare quotidianamente.
Il progetto di un ufficio deve essere un’azione corale, che tenga presente sia la tipologia degli arredi inseriti che lo stile e il mood che vogliamo ottenere. Poter gestire il cliente dal progetto alla chiusura dei lavori, ci permette di studiare nei minimi dettagli ogni aspetto. Dalla pavimentazione alle pareti divisorie vetrate, dalle scrivanie da lavoro fino appunto alle tende per ufficio. Perché a questi punti l’avrai capito anche tu: in ufficio, come a casa, la tenda giusta fa la differenza.
Stiamo per entrare nel terzo anno dall’arrivo del Covid nella vita di tutti noi, personale e lavorativa. E’ un dato di fatto che ormai le nostre abitudini siano cambiate notevolmente a casa come in ufficio. Ma com’è cambiato il processo di selezione del personale dopo il Covid? Lo abbiamo chiesto a Dario Calamandrei, portavoce e Marketing Manager della Extendi, per approfondire le nuove dinamiche della Human Resourcing post Pandemia.
Prima di entrare nel vivo dell’argomento, due righe su chi sia il team della Extendi: fondata nel 2005 a Firenze, Extendi è oggi un’importante azienda di sviluppo software al servizio di multinazionali e startup in rapida crescita. La loro missione è fornire ai clienti i migliori talenti per la trasformazione digitale, anticipandone le esigenze e offrendo loro le soluzioni tecnologiche più avanzate.
Realizzano web apps belle e funzionali, usano l’intelligenza artificiale ed il machine learning per analizzare i big data e sviluppano progetti di omnicanalità per retailers e digital native brands.
Lo scopo di questa intervista è quello di capire come nelle aziende giovani e dinamiche il cambio di passo fra lavoro in sede e lavoro da remoto sia stato “digerito” dai gruppi di lavoro e se ci sia stata una variazione nelle richieste che le aziende come la Extendi, i cui locali sono progettati per stimolare la comunicazione e la generazione di idee, fanno al momento delle nuove assunzioni.
“Gli obbligati cambi di gestione aziendale imposti dalla pandemia hanno portato a rivedere piani di assunzioni e tipologie di dipendenti da inserire in organico: com’è cambiato il processo di selezione del personale dopo il Covid? Il naturale turnover del personale è stato accentuato o non avete vissuto sostanziali differenze?”
“La pandemia ha accelerato un processo per noi già in atto, ovvero quello di assumere personale “Full Remote”. Se prima del Covid gran parte dei nostri dipendenti lavorava dalla nostra sede di Scandicci, oggi quasi tutti i dipendenti lavorano da remoto. Abbiamo espanso su tutto il territorio nazionale -ed estero- il nostro bacino di ricerca dei talenti ed abbiamo raddoppiato il nostro organico.
La buona notizia è che le imprese hanno dovuto investire in progetti digitali e questo ha fatto si che aziende come la nostra si siano trovate di fronte ad una considerevole crescita in termini di fatturato. La cattiva notizia è che è sempre più difficile trovare sviluppatori software qualificati a buon mercato, visto che ci scontriamo con grandi multinazionali dall’alto potere contrattuale.
Oggi gran parte del nostro lavoro sulle risorse umane è incentrato sul trovare i migliori talenti e ritenerli in azienda il più a lungo possibile, e per fare questo stiamo lavorando sulla creazione di un’identità aziendale percepibile anche da “remoto”, in modo da far sentire i nostri dipendenti parte di una famiglia.”
“Quando fate un colloquio di lavoro per nuove assunzioni oggi prediligete incontri vis a vis (compatibilmente con le restrizioni imposte dall’emergenza sanitaria) o in video call? Com’è cambiato il processo di selezione del personale dopo il Covid? Ci sono skills personali che ora sono diventate tassative rispetto a prima?”
“I colloqui sono svolti completamente da remoto. Essendo la nostra realtà incentrata sullo sviluppo software, parte della valutazione richiede lo svolgimento di un compito di programmazione. Il percorso di assunzione del candidato è rimasto pressoché invariato, se non per il fatto che adesso viene fatto in videocall. Negli ultimi mesi abbiamo assunto a tempo indeterminato oltre 15 persone, molte delle quali non sono mai venute in sede, questa sta diventando una standard practice nel nostro settore. “
“Su quali aspetti vi concentrate quando dovete inserire in organico una nuova figura che però lavora in remoto? Come create il rapporto lavorativo ma anche personale necessario al team?”
“Lo sviluppo software è di per se un’attività che si presta molto al lavoro da remoto per cui gli aspetti su cui ci concentriamo quando inseriamo in organico una nuova figura sono gli stessi che abbiamo sempre valutato: competenze tecniche, rapidità di apprendimento e capacità di lavorare in team. Per quanto riguarda il lavoro in team ci vengono in aiuto i moderni strumenti di comunicazione e che i nostri dipendenti usano con grande capacità, la comunicazione quindi non risente della distanza. Mentre sotto il profilo più umano e personale ci impegniamo a fare gruppo con iniziative di team building spesate dall’azienda e chat dedicate alla coffee talk.”
“Qual è secondo voi il più grande pregio di assumere un dipendente in remoto full time?”
“Il vantaggio più grande di assumere in remoto è la possibilità di avere un bacino di utenza enorme rispetto a quello di prima. Infatti se prima cercavamo i talenti su Firenze e provincia, oggi abbiamo la possibilità di cercarli in tutta Europa. “
“Rapporti fra dipendenti: notate che la necessità di lavorare da remoto li abbia resi fra loro più scettici e “individualisti” o hanno mantenuto un buon livello di cooperazione anche con i nuovi arrivati?”
“Il lavoro da remoto non ha reso i nostri dipendenti più individualisti, neppure meno cooperativi, ma ha sicuramente reso più difficile creare quei rapporti umani su cui si alimenta il senso di appartenenza a qualcosa.
Stiamo lavorando alla creazione di una nuova identità aziendale in cui promuovere veri e propri momenti di “connessione” sociale. Il nostro obiettivo è quello di trasformare il collega da remoto in una persona in carne ed ossa, un individuo con passioni e idee, un amico da conoscere, un confidente e una spalla su cui contare nei momenti di difficoltà.”
“Devices, connessioni e tempo di lavoro: come gestite il tempo lavorativo dei vostri team? Il lavoro agile normativamente parlando sposta l’attenzione dall’orario di lavoro canonico al lavoro per obiettivi. Voi come azienda siete già orientati su questo tipo di rapporto lavorativo “per deadline” o ancora siete legati all’orario di ufficio in senso classico?”
“La natura della nostra azienda presuppone un approccio al lavoro “per deadline”. I ragazzi infatti hanno massima flessibilità circa gli orari di lavoro da sempre, a condizione che si rispetti la continuità del team e del servizio. Ricordo la storia di un ex dipendente, ancora prima della pandemia, che arrivò in ufficio alle 6 di pomeriggio dicendo che aveva trovato traffico, giuro.”
Per le aziende digitali come la Extendi il passaggio al Full Remote è stato praticamente fisiologico. Anche il processo di selezione del personale dopo il Covid si è adeguato a questo cambiamento. Il futuro si prospetta pieno di interessanti evoluzioni alle quali non vediamo l’ora di assistere.
Puoi visionare tutte le foto degli uffici della Extendi nella nostra area “Realizzazioni” QUI
Ormai anche le ferie estive ce le siamo messe alle spalle e davanti a noi si prospettano mesi di duro lavoro e impegni quotidiani al limite della Mission Impossible. Se è vero che continueremo di nascosto a sognare le spiagge e il sole in faccia, è anche vero che l’amara realtà non può più essere nascosta: dobbiamo tornare in ufficio.
Questi cinque consigli per vivere in modo sereno il ritorno alla routine lavorativa sono per te che non vuoi proprio mettere via le infradito e l’ombrellone.
Lo sanno anche i muri, un po’ di sano shopping è scientificamente provato che sia curativo per l’umore. Regalati una camicia colorata (ndr: colorata non significa hawaiana!) o un paio di sneakers fluo per portare sempre con te un po’ del mood estivo, perfino a lavoro. Scegli capi versatili, freschi e chic per sembrare meno stravolto al tuo rientro in ufficio. Curarci e sentirci belli ci aiuta nella gestione dei rapporti con i clienti e con i colleghi facendoci sentire più sicuri di noi.
Se sei sotterrato da pile di pratiche che ti aspettavano sulla scrivania, una pausa per un sorso di acqua fresca potrebbe sollevarti l’animo. Aromatizzala con zenzero, frutta o cannella per rendere ogni sorso un vero e proprio capolavoro per il palato. Ricordati che la borraccia è un grandissimo alleato in ufficio: ti permette di avere sempre con te la tua bevanda preferita, quella che ti dà la carica giusta, e non ti fa utilizzare plastiche usa e getta. Rispettiamo sempre l’ambiente prima di tutto.
Sembra una sciocchezza, ma non lo è affatto. Dopo le ferie la nostra fisionomia potrebbe aver subito qualche “aggiustamento”, forse troppi panzerotti e poche corse sulla sabbia. A meno che non sia tra i fortunati possessori di sedute con sistemi di regolazione auto-pesanti tipo la Kinesit di Arper, ti conviene dare una controllata alle leve della tua poltroncina da ufficio. Basteranno poche variazioni per calibrarla al meglio e controllare l’oscillazione dello schienale o l’altezza da terra del sedile. Potresti anche scegliere di dondolarti comodo per qualche istante con le mani dietro la nuca per rivivere per un attimo i ricordi della spiaggia.
Per ripartire al meglio con il lavoro non c’è niente di più efficace dell’ordine, mentale ma anche fisico. Avere una scrivania ordinata e pulita è il primo step per lavorare con metodo ed efficacia. Butta via la cancelleria esausta (ricordati che esistono i contenitori appositi per fare la raccolta differenziata anche in ufficio! Se non lo sapevi guarda questi) e liberati degli ottomila post-it inutili che non ti servono più. Fai spazio nella cassettiera e metti in ordine le scatole delle puntine. Se poi l’ordine non è proprio il tuo forte, prova a usare delle vaschette portadocumenti: sono semplicissime e ti aiutano a tenere catalogati i tuoi A4. Dai un’occhiata a quelli ludici bianchi di Caimi QUI.
Non l’abbiamo inventato noi, ne parlano ovunque e ci hanno riempito il feed di Instagram con foto di uffici pieni di piante verdissime e meravigliose. Il verde sui luoghi di lavoro può davvero fare la differenza per il nostro umore. Rilassante, piacevole e in un certo senso “fresco”, avere piante in ufficio ci aiuta a concentrarci quando dobbiamo risolvere problemi particolarmente complessi e a riposare gli occhi quando decidiamo di fare una pausa e staccarci dal pc. Bastano pochissime accortezze per far vivere in vaso essenze meravigliose a foglia larga che diventano a tutti gli effetti parte integrante dell’ambiente arricchendolo e impreziosendolo oltre ogni modo. Senza annoiarti con lezioni di biologia e botanica, dando per scontato che tutti conosciamo la fotosintesi clorofilliana, QUI ci preme farti vedere un esempio di fioriera in acciaio inox lucida e disponibile anche in versione per esterni.
Questi cinque consigli valgono a poco se prima di tutto non ti metti l’anima in pace. Le vacanze sono davvero finite e per un po’ non vedrai altro che colleghi (speriamo!) e uffici. La carica giusta deve partire da dentro di te, la grinta non te la può far venire il tuo posto di lavoro. Il primo step per vivere felici è fare un lavoro che ci renda appassionati, contenti e appagati. E questo da parte nostra è l’augurio più grande che possiamo farti, sempre.
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Ad un anno dall’inizio della crisi pandemica ci troviamo di fronte ai primi bilanci sui risultati dell’utilizzo, seppur obbligato, del lavoro agile per migliaia di dipendenti in Italia.
Ad innescare la molla del lavoro da casa sicuramente è stata la situazione sanitaria nazionale, ma ora che il piano vaccinale sembra avere intrapreso un passo più spedito (speriamo) è il momento di valutare e iniziare a progettare il “dopo” Covid.
La scelta che moltissime aziende si trovano a dover prendere in questo periodo è se mantenere per i propri dipendenti il lavoro da casa come soluzione definitiva o se farli rientrare in azienda nei propri uffici.
Se per Twitter la decisione sembra propendere al momento verso la prima strada, per il colosso Google pare ormai chiaro che la soluzione più “smart” sia invece tutta diversa.
La scelta di tornare in ufficio almeno la metà dei giorni settimanali, per i dipendenti di Google come per tutti i dipendenti delle aziende che stanno calendarizzando il rientro programmato, si basa sulle difficoltà emerse dopo un anno di lavoro da casa ob torto collo.
Come sottolinea anche il Responsabile dell’Osservatorio sullo smart working del Politecnico di Milano, Mariano Corso, questo passo non sarà un tornare indietro ma semmai un fare un balzo in avanti deciso e netto verso quelle che sono le vere leve del lavoro intelligente. Si tratterà quindi di «avere la possibilità di bilanciare al meglio il lavoro in presenza e quello a distanza» utilizzando uffici che siano progettati per offrire al dipendente il miglior luogo di lavoro possibile.
Si potrà quindi recuperare quella componente umana e relazionale che il telelavoro ha sradicato violentemente dalle vite dei lavoratori, tornare a incontrare colleghi per meeting informali e riallacciare rapporti che di persona, ammettiamolo, sono molto più intensi e fruttuosi.
Lavorare da casa ha fatto emergere i limiti di questa vita d’ufficio a distanza: difficoltà di stabilire limiti temporali e confini fra l’ambito privato e quello lavorativo, carenza di relazioni interpersonali formali o informali e flussi di interscambio di informazioni lavorative rallentati o ostacolati da tecnologie inadeguate e lontananza dei dipendenti fra loro.
Si sono perse quelle reti di relazioni fra colleghi che rendevano coesi i team di lavoro tramite la condivisione delle competenze e i dipendenti assunti in questo periodo hanno faticato molto di più ad entrare nelle dinamiche di ufficio con colleghi che potevano incontrare solo su piattaforme digitali.
Problematiche quindi chiare e importanti che non sono sfuggite all’Osservatorio sullo smart working del Politecnico di Milano che sottolinea come gli uffici siano « luoghi di identità e coesione » .
E’ in questa rinnovata visione purista dello smart working che crediamo fortemente. Da sempre il nostro staff lavora per progettare ambienti di lavoro che siano funzionali, versatili e soprattutto cuciti sartorialmente sulle necessità dell’azienda. Portare quindi i dipendenti in azienda, in sicurezza, offrendo loro diverse soluzioni per poter lavorare al meglio: aree lounge attrezzate, coffee break per riunioni improvvisate davanti alla tazzina di caffè, aree di lavoro personali e intime per il braintorming di concetto e per la massima concentrazione, aree di lavoro per gruppi e per formazione.
In questo modo il dipendente potrà scegliere in base alle proprie esigenze il miglior ambiente possibile per lavorare e i dati parlano chiaro già adesso: le aziende che hanno scelto questa filosofia prima della pandemia già godevano di incrementi di produzione del 15% circa. Siamo sicuri che il trend, sostenuto da una progettazione attenta ed evoluta, potrà solo salire.